JUJUTSU MODERNO: Il nostro Jujutsu è strettamente legato al Judo kodokan ma, come tutti gli stili di Jujutsu moderno, il panorama tecnico è arricchito da diverse contaminazioni con altri stili di lotta (giapponesi e non) e di arti marziali in cui si prediligono le percussioni (Karate e il Kempo su tutti). Il praticante studia e impara in tutta sicurezza proiezioni, leve articolari e soffocamenti contestualizzate nell’ambito di uno scontro reale in cui serve difendersi e dove è contemplato che l’avversario possa fare ampio uso di percussioni, armi da taglio o bastoni. E’ una disciplina molto adatta a chi vuole imparare la coordinazione ed essere in grado di difendersi sulla lunga, media e corta distanza: una difesa a 360 gradi. Le specialità del Jujutsu e del Judo sono il corpo a corpo, la capacità di utilizzare le energie, lo squilibrio, i movimenti e la forza dell’avversario per vincerlo senza l’uso della forza. E poi ancora il sapere proiettare, cadere senza farsi male, esercitare il controllo sull’avversario con leve articolari, soffocamenti e pressioni sui punti nervosi.

JUJUTSU TRADIZIONALE: accanto alla nostra pratica di Jujutsu moderno, manteniamo viva la tradizione del Jujutsu antico risalente al periodo in cui , in Giappone, dominava la casta dei samurai. La nostra scuola di riferimento è la Moto Ha Yoshin Ryu Jujutsu, una diramazione della scuola del clan Takagi e risalente al 17° secolo: viene considerata una Soho Bujutsu, ossia una scuola dove vengono insegnate tutte le componenti tecniche utili a fronteggiare il nemico e con l’uso di armi e a mani nude. Attualmente il caposcuola (soke) di questa scuola è Yasumoto Akyioshi e vive a Yonago nella prefettura di Tottori in Giappone. Tra le armi pratichiamo il bastone lungo (Rokushaku Bo lungo all’incirca 1,80 metri), l’Hanbo (un bastone corto che arriva più o meno all’altezza del nostro ventre), la spada piccola (Kodachi, compagna più corta della katana indossata da ogni samurai). Un tempo si praticava anche la Naginata (una sorta di alabarda) e il Kusarigama (arma composta da falcetto e catena); quest’ultimo patrimonio tecnico è andato perso nel corso dei secoli anche se attualmente una scuola di Naginata della nostra scuola esiste ed praticato nel Sol Levante solo da donne. La katana viene anch’essa praticata ma solamente per la parte relativa al Battodo (estrazione e colpo diretto, arte altrimenti nota come Iaijutsu). Passando al panorama tecnico a mani nude, esistono molti kata codificati nella nostra Koryu (scuola antica) che incarnano lo stile della scuola: punti cardine di questo stile sono la ricerca dello squilibrio (kuzushi), i movimenti circolari del corpo (tai sabaki) e gli spostamenti delle mani (te no uchi). Ad ogni livello di apprendimento vengono insegnate tecniche sempre più articolate come gli hayanawa (legamenti con la cintura per immobilizzare l’avversario) e tecniche di rianimazione e primo soccorso.

Il Jujutsu antico è molto adatto a chi vuole immergersi nella cultura nipponica e cercare di capire lo spirito marziale del guerriero giapponese. Serve dedizione, pazienza e profondità nella pratica perché i risultati apprezzabili arrivano solo nel lungo periodo. Vederete però che la vostra fatica sarà ripagata sotto diversi aspetti: la soddisfazione di acquisire una postura elegante , il praticare con armi di un passato ormai remoto ma anche il sentirsi parte di un mondo filosofico e culturale suggestivo ed unico.

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